Siete già stati in palestra? Chiaramente quella sotterranea del LILU1 (Liceo Lugano 1) non vale! Chi non sa di cosa parlo può ritenersi fortunato, perchè i macchinari a molle regolabili (al posto dei pesi) che popolano quel locale sono lontani parenti di quelli computerizzati Technogym (con la faccia di Ronaldo che compare ogni volta che inserite la chiavetta elettronica in una macchina) e assomigliano di più a strumenti degni del museo delle torture di Amsterdam.
Io parlo del “Fitness”, parola americana che tradotta letteralmente significa “essere in forma”. Sapete quel luogo in cui la gente va ad alleggerirsi la coscienza prima dell’estate o a ricaricare l’autostima quando negli specchi spalmati su ogni parete della palestra (e degli spogliatoi) può vedere riflessa la sua massa muscolare in costante aumento?
Ho visto diverse palestre e sono sempre più convinto che sia il Diavolo l’incaricato della distribuzione delle macchine! Altrimenti non mi spiegherei come mai quelle per gli interni coscia (usate esclusivamente dalle donne) si trovano SEMPRE di fronte a quelle per i pettorali (usate molto più dagli uomini che dalle donne). Nessuno ha mai pensato che girare le prime verso le finestre o i muri sarebbe più utile per tutti? Non bisogna essere dei guardoni per perdere la concentrazione quando la Russa di turno si rinforza le zone intime mentre voi cercate di sollevare un peso che sembra subire il triplo della forza di gravità ad ogni “movimento a fisarmonica” della vicina…
Comunque, mi sono iscritto per un mese (giusto per non arrivare al primo allenamento con la lingua per terra e i polmoni in gola …e infortunarmi alla prima di campionato) in una palestra di Losanna, ma mi sono accorto subito che l’ambiente proprio non fa per me. L’ho trovato noioso dal primo momento in cui c’ho messo piede. Il sentimento è restato tale… fino a quando non ho scoperto che fare cyclette, step e vogatore con l’I-Pod a manetta (playlist “tamarro-fitness” con tutti i successi dell’estate) ti fa vivere l’esperienza in un modo completamente diverso! Riesci quasi ad entrare in trans agonistica se cerchi di adattare il ritmo delle pedalate (o degli step) a quello della canzone. Il problema è quando la playlist capita sulla canzone punk che hai aggiunto alla “On the go” in un momento di nostalgia dei primi anni di liceo (probabilmente pensando alla palestra del LILU1). Li sono dolori (perchè premere su “next” è da debole).
Prima di scoprire la potenza del noto lettore MP3 comunque mi sono fatto una settimana “regular”, durante la quale mi sono dovuto cercare un altro passatempo per non tritarmi i maroni durante i primi cinquanta minuti circa di riscaldamento.
Se con l’I-Pod non mi concentro nient’altro che sul timer, le pedalate, il battito cardiaco (e il sudore che sto perdendo), senza la musica non posso fare altro che osservare la gente.
Alla fine di ogni allenamento durante la prima settimana mi sono scritto degli appunti sui personaggi tipici che si incontrano in palestra (in Svezia avevo fatto la stessa cosa in biblioteca). Dopo attente osservazioni sulla loro estetica e sul loro comportamento (e con una “puntina” di immaginazione) cercherò di tracciare i profili dei perfetti elementi che sono sicuro non manchino in ogni palestra degna di questo nome!
Il fighetto (questo è un esempio vero portato da un mio amico) è quel personaggio che in palestra ci va come se stesse uscendo alla sera. Scarpetta argentata modello Nike Silver con calzetta fantasmino (quella che si vede appena), pantaloncino Polo, maglietta Polo con colletto alzato (in stile fine anni ’90), Rolex(!!!!!) e occhiali(!!!!).
Il Fighetto non necessita di alcun riscaldamento (deve avere un meccanismo di autocombustione dall’interno che entra in funzione appena esce dall’ufficio), di conseguenza, appena entrato in palestra, si dirige verso le macchine a pesi. Durante gli esercizi lui non si concentra su quello che sta facendo, ma si guarda in giro per vedere chi lo sta guardando. La palestra non è uno spazio per fare sport, è uno status sociale.
L’uomo fashion (o fighetto #2) è stretto parente del fighetto, ma ha un look diverso. Lo catalogherei come stile tectonic-metrosexual: scarpetta bianca con chiusura a strappo (quando si sporca, la si cambia), pantalone lungo (e in estate bisogna proprio essere delle belle volpi per metterseli) con cintura, maglietta/canottiera scollatissima che mette in mostra il tatuaggio sul petto scolpito da pesi, proteine e schifezze varie: creatina come se piovesse e olé salute! Prima di mettere piede in palestra, per mantenere la pettinatura a criniera di cavallo (con capello un po’ più lungo dietro), passa dal bagno (per l’ingellata) ed esegue il percorso che gli permette di constatare la perfezione del suo look il più volte possibile: il labirinto degli specchi è la sua Mecca!
Il boss della palestra è uno dei primi abbonati, quasi un’istituzione. Tutti i fitness hanno il loro, sicuro! Generalmente tutta la combriccola del peso lo conosce. Dicesi “combriccola del peso” quel gruppo di fitnessofili che fa principalmente pesi liberi, quelli “vecchia maniera”. Il boss ha un fisico invidiabile, nonostante l’età avanzata (oltre la quarantina) e tutti cercano i suoi consigli e la sua complicità. Un occhiolino del boss è per sempre!
Lo sproporzionato, che nella mia palestra è uno dei ragazzi tectonic-metrosexual, è colui il quale allena tantissimo le zone ben visibili del corpo (pettorali, bicipiti, addominali), ma dimentica le gambe o le allena molto poco. Il risultato è una specie di trapezio di muscoli appoggiato a due stuzzicadenti. La carrozzeria di un Harley col motore di un Solex insomma!
L’uomo sauna, quasi sempre visibile su cyclette, step, tapis roulant o altre macchine aerobiche, è una persona che suda tantissimo. Ogni volta che ha finito infatti ci sarebbe bisogno del Mocio Vileda per asciugare il lago dei cigni che si è formato attorno alla sua macchina. Cartello “Wet Floor” d’obbligo! Pare che nella mia palestra vogliano riservare una zona per queste persone e vietare che i laghetti vengano asciugati per popolarli di pesci e integrare anche la pesca sportiva come sport da palestra.
Oltre a questi personaggi tipici, ci sono anche siparietti e scene tipiche da fitness che vale la pena descrivere. Nonostante la palestra sia concepita per fare sport individualmente, talvolta l’esiguo spazio tra le macchine e la grandezza dei display creano brevi istanti di competizione fra i vari sportivi.
Adoro quando le donne sbirciano il livello di intensità della cyclette o dello step della vicina e regolano il proprio di conseguenza, aumentandolo di una tacca! In quel momento, l’orgoglio passa davanti alla condizione fisica costi quel che costi!
E che dire della combriccola dei vogatori? Io non pretendo di conoscere la scienza esatta ma mi hanno spiegato come dev’essere fatto il movimento corretto. Vi assicuro che vedere il trio che avevo dinnanzi la prima volta che mi sono seduto su una delle cyclette era roba da circo Orfei! Ognuno di loro aveva la sua pecuniarità.
– Il Tonto: non capisce come fare funzionare il vogatore e passa cinque minuti a cliccare sul display prima di ignorarlo e cominciare i movimenti senza aver scelto un programma.
– Il Frettoloso: parte a razzo con una media da fratelli Abbagnale durante il primo minuto, prende un colore paonazzo-cianotico dopo il secondo minuto, muore e getta la spugna prima del terzo minuto.
– Il Profi: in perfetta tenuta da canottiere (pantaloncino scaldamuscoli giallo, canottiera blu), regola il vogatore sul programma “cardio” e si muove con eleganza e padronanza della macchina burlandosi del vicino con espressioni facciali che sembrano dire “vai a farti una pedalata alla cyclette, pirla!”.
Di che categoria faccio parte io? In quanto autore è ovvio che non mi metterò mai in una di quelle che ho appena descritto. Io sono un pesce fuor d’acqua, ma quanto mi diverto a guardare gli altri!
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Quella in effetti non c’è dove vado io… In compenso, un pezzo da collezione che non so come ho fatto a dimenticare è il “Lozzo”. Il Lozzo è quello che dopo l’allenamento si mette i jeans e una felpa e se ne va senza fare la doccia! Non ho ancora capito quale sia il motivo: detesta l’acqua o ha solo paura di non riuscire a coprirsi “le vergogne” nel tragitto dall’armadietto alla doccia?
E mi son dimenticato pure un’altra magia del Diavolo nella disposizione delle macchine: le manovelle (quelle macchine che sembrano dei pedali per le braccia), sono posizionate appena dietro allo step! Già pedalare con le braccia è un lavoro duro, figuriamoci se la Russa di turno (la stessa degli interni coscia) viene a rinforzarsi i glutei proprio di fronte a te!
Una banconota da cento nelle scarpe,
Rapa
hai dimenticato la categoria “topo da spogliatoio”. i topi sono quei figli di madre prevalentemente ignota, che quando il gelo chiude l’armadietto, ma giustamente dimentica la chiave nella serratura, perché così è utile, gli grattano il grano e gli spettinano i maroni.
…ma nelle palestre dove va il fudm non ci sono i topi. al massimo ci sono quelli che ti scassinano l’armadietto per metterti un po’ di soldi nel borsello. rapa è in piena corsa per il titolo foraggiatore 2008. la classe quoi…
gelo.