Quando si parla di team building, spesso la mente corre a immagini spettacolari: rafting, escape room, arrampicate in montagna. Eppure, la verità è che il cuore del team building è molto più semplice: si tratta di creare connessioni.

Ho sperimentato il lavoro di squadra in contesti molto diversi tra loro. Ho iniziato in una start-up, programmando fianco a fianco con altri sviluppatori, imparando quanto la collaborazione diretta e quotidiana fosse essenziale per far crescere un progetto. Ho poi trascorso oltre 13 anni nella consulenza IT, passando da sviluppatore a business analyst, project manager, product owner, delivery manager, team lead e nel 2018-19 Head of Analytics & AI per Atos Svizzera. Lì ho visto da vicino come i dati e l’intelligenza artificiale potessero diventare strumenti potenti, ma solo se sostenuti da team capaci di comunicare e lavorare insieme.

Oggi, da 3 anni, sono Senior Agile Coach presso Sunrise: il mio compito è aiutare team e management a collaborare meglio, a trovare focus e a creare un contesto di lavoro più efficace e sostenibile.

In parallelo, porto avanti CucinaLi, il mio progetto dedicato a cucina e gelato, che negli anni è diventato anche uno strumento per proporre esperienze di team building: cucinare insieme come metafora di collaborazione, creatività e coordinazione.

In tutti questi mondi ho scoperto che il principio è sempre lo stesso: quando conosci meglio le persone con cui lavori, lavori meglio.

Non solo ruoli, ma persone

La psicologia ce lo ricorda con la Johari Window: ognuno di noi ha una parte conosciuta da sé e dagli altri, una parte nascosta e una zona cieca, cioè aspetti che gli altri vedono di noi ma che noi non percepiamo. Fare team building significa aprire queste finestre, condividere di più, abbattere barriere invisibili.

Johari Window
sorgente: geektonight.com

Quando un collega smette di essere “il project manager” e diventa “Marco, quello che fa trekking ogni weekend”, il rapporto cambia. Si collabora meglio, si discute con più fiducia e perfino i conflitti diventano più gestibili.

Quando il team building fa la differenza

Ho visto il team building fare la differenza in almeno tre situazioni:

  • Un nuovo team che deve accelerare la conoscenza reciproca
  • Un conflitto che richiede di fermarsi un attimo e ripartire da connessioni più umane
  • Un rito annuale, utile oggi più che mai in un mondo ibrido, dove ci vediamo un po’ da remoto e un po’ in ufficio, e serve un momento per rinsaldare i legami

In tutti questi casi, il team building non è un lusso, ma un acceleratore: crea il terreno fertile per collaborare meglio.

Non serve sempre un grande evento

A volte bastano 15 minuti all’inizio di un workshop. Un piccolo gioco per rompere il ghiaccio, un’attività leggera che mette di buon umore o che apre la mente prima di un brainstorming.

Alcuni esempi che uso spesso:

  • Il terreno comune – Si traccia una linea immaginaria da 1 a 10 con due estremi (es. “persona mattutina” o “animale notturno”). Ognuno si posiziona lungo la linea e poi parla un minuto con i vicini: emergono facilmente punti in comune.
  • Il bingo delle domande – Si distribuisce una griglia con domande semplici e altre curiose (es. “Chi ha corso una maratona?”, “Chi ha provato un gusto di gelato strano?”). I partecipanti devono trovare colleghi che corrispondano alle caselle. Un pretesto per parlare con tutti.
  • Sasso-carta-forbice con cheerleader – Un energizzatore rapido: si gioca in coppie a sasso-carta-forbice. Chi perde diventa tifoso del vincitore e lo segue nei round successivi. Alla fine si crea una finale con due giocatori e un pubblico che fa il tifo a gran voce.
rock paper scissors
sorgente: stokedeck.io

Sono giochi veloci, ma hanno un impatto reale: fanno emergere sorrisi, connessioni e un clima diverso per lavorare insieme.

Team building culinari in Ticino

La cucina è un terreno ideale per il team building. Cucinare insieme richiede ascolto, coordinazione, gestione degli imprevisti. È la metafora perfetta di quello che serve anche in azienda.

Per questo, con CucinaLi propongo esperienze di team building in Ticino: dai format più semplici, che puntano sulla convivialità, a team building più strutturati su una giornata come Collab & Cucina.

In Collab & Cucina non ci si limita a cucinare. I team lavorano insieme come in un vero progetto: dalla creazione di un menu fino allo sviluppo del concept di un food truck. Alla fine, oltre a un’esperienza memorabile, ci si porta a casa strumenti concreti per collaborare meglio anche sul lavoro.

Intervista integrale

Qui puoi riascoltare la mia intervista completa a ReteUno dedicata al tema del team building:

YouTube video

In conclusione, il team building in Ticino non è un “extra”, ma un investimento sulla qualità delle relazioni. Perché, che sia davanti a una lavagna piena di post-it o a una pentola di risotto, la vera magia accade quando le persone si sentono parte di qualcosa insieme.

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Andrea Rapanaro